Morosità nei condomini: forte incremento nelle grandi città italiane.
La crisi economica che ha colpito duramente il nostro Paese ha causato una progressiva corrosione del reddito delle famiglie con evidenti ripercussioni su tutto il settore immobiliare. Se gli italiani continuano a pagare le rate del mutuo consapevoli del valore della loro casa o il canone d’affitto per evitare il rischio di sfratto, sono proprio le spese condominiali a registrare i più alti tassi di morosità.
Nelle grandi città i condòmini in ritardo nei pagamenti sono ormai il 30% del totale. L’incremento di morosità più clamoroso si è registrato a Bologna con un +33,8%, seguita da Roma con un +33% e Napoli con +32,7%. Nella classifica, subito dopo, troviamo Torino con un +31,8%; Milano con un +30%; Catania con un +29,6%; Firenze con un +28%; Genova con un +26,5%, Cagliari con un +24,8% e Palermo con un +23,7%. La Regione dove si registra la minore sofferenza è il Veneto, con un aumento del 19% a Venezia e del 21,3% a Padova.
E’ quanto emerge dall’indagine condotta da Confabitare, associazione dei proprietari immobiliari, sull’andamento della morosità delle spese condominiali in tutti i capoluoghi di provincia, confrontando la situazione al 31 dicembre 2014 con quella rilevata il 1° gennaio 2014.
Da giugno 2013 l’amministratore di condominio è obbligato, per legge, a rientrare dei mancati incassi inviando un decreto ingiuntivo ai condomini morosi, e non si rivale più, come avveniva in precedenza, sugli altri condomini. Si spera, quindi, che una volta consapevoli dei nuovi provvedimenti riservati ai morosi, costoro proveranno a non restare indietro con le rate.