ANATOCISMO E INTERESSI USURAI: DI COSA SI TRATTA E COME AFFRONTARLI
Negli ultimi anni si assiste sempre con maggior frequenza a cause intentate, spesso con esito positivo, da singoli consumatori (o da associazioni di categoria con le c.d. class action) nei confronti di istituti bancari che si siano resi colpevoli di applicare interessi anatocistici o tassi usurai.
Vediamo di cosa si tratta:
DEFINIZIONI:
-per anatocismo si intende interessi sugli interessi maturati, ed è l’effetto tipico della capitalizzazione degli interessi operata nei rapporti bancari. Si può verificare negli scoperti di conto corrente o nelle concessioni di fidi così come nell’utilizzo delle carte revolving.
-per tassi usurai si intende l’applicazione dei tassi di mora in caso di rate (di mutuo) insolute: tasi moratori che sommati ai tassi corrispettivi corrisposti per le varie rate di mutuo superava appunto la soglia di usura.
QUADRO NORMATIVO E GIURISPRUDENZIALE: COSA DICONO LE LEGGI ED I GIUDICI IN MATERIA DI ANATOCISMO E TASSI USURAI:
Secondo la migliore giurisprudenza (vi sono molte decisioni della Cassazione in tal senso) l’anatocismo era vietato sino dal luglio 2000, data di entrata in vigore della delibera Cicr (comitato interministeriale per il credito ed il risparmio) che ha consentito alle banche, a determinate condizioni, di applicare gli interessi sugli interessi.
A far data dal 1 luglio 2000 l’anatocismo si può praticare purché, appunto, le banche rispettino determinate condizioni che consistono nella pattuizione scritta degli accordi inerenti ai tassi applicati e alla pari periodicità nel computo di interessi attivi e passivi.
A partire dal 1 gennaio 2014, il quadro normativo è nuovamente mutato: con il risultato che alcuni Tribunali (Milano fra gli altri) ritengono che l’anatocismo sia ora assolutamente vietato, mentre altri (Torino) che si possa ad oggi praticare (da parte delle Banche) e quindi respingono in modo costante i ricorsi presentati dai consumatori in tal senso.
Infine, è doveroso ricordare che si è tutt’ora in attesa della nuova delibera del Cicr che, se verrà confermato quanto si sa ad oggi, metterà ordine nella materia lasciando la porta aperta ad una forma residuale di anatocismo. In sostanza, a quanto pare, sarà vietato l’anatocismo salvo il caso di capitalizzazione degli interessi scaduti da almeno 60 giorni dalla reiezione dell’estratto conto annuale.
I POSSIBILI RIMEDI:
Cosa deve fare il consumatore che ritenga di essere stato vittima di anatocismo e/o di tassi usurai e che voglia richiedere la restituzione di quanto estortogli illecitamente dalle banche?
Come prima cosa ci si deve rivolgere (i calcoli in proposito sono tutt’altro che facili) ad un esperto del settore che sia in grado, esaminati gli estratti conto a scalare trimestrali su cui vengono addebitate tutte le competenze trimestrali (compreso il famigerato tasso per il massimo scoperto, della cui legittimità è legittimo dubitare) di capire se sia stato o meno applicato un tasso anatocistico.
Visto il proliferare negli ultimi anni di iniziative di questo genere, si rileva come per ottenere una perizia di questo tipo, non siano necessarie grandi cifre.
Nel caso (certamente non ci sarebbe da stupirsi…) di risposta positiva occorrerà anzitutto interrompere i termini per la prescrizione inviando una raccomandata alla banca con la quale si chiederà la restituzione di quanto dalla stessa percepito illegittimamente.
Qualora la Banca non adempia alla richiesta, e non dimostri nessuna volontà transattiva, ci si dovrà rivolgere ad un legale il quale, previo esperimento di un tentativo di mediazione (che consiste in sostanza in un “invito” alla banca a sedersi ad un tavolo per tentare di trovare un accordo in via extragiudiziale), agirà poi in giudizio per fare valere le nostre ragioni.
Nel caso di tassi usurai vale più o meno lo stesso principio: se si sono pagate in ritardo (altrimenti questo rischio non sussiste) alcune rate di mutuo, si farà prima verificare quali tassi siano stati applicati, per poi eventualmente agire (ultimamente spesso con esito positivo) contro le banche per chiedere la restituzione di quanto corrisposto illegittimamente.
Si ricorda, infine, che anche qualora si siano contratti rapporti di leasing con istituti bancari o finanziarie, sussiste il rischio di essere stati vittima (inconsapevole) di tassi illeciti: anche in questo caso pertanto potrebbe valer la pena di fare eseguire un controllo.
Avv. Enrico Morello
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